mercoledì 17 giugno 2015

Recensione di "La giostra degli scambi" - Andrea Camilleri

Cari visitatori della Tana,
oggi voglio parlare con voi di una delle mie ultime letture, La giostra degli scambi di Andrea Camilleri. Si tratta dell'ultima avventura del commissario Montalbano e come sapete io (nonché il resto della mia famiglia) aspetto sempre con trepidazione le nuove uscite di questa serie.


La giostra degli scambi è uscito per Sellerio lo scorso 30 Aprile e conta 257 pagine. Il prezzo è di € 14 per il cartaceo e di € 9,99 per l'ebook.

TRAMA
Una ragazza è stata aggredita in una strada solitaria, narcotizzata e rilasciata illesa. La cosa si ripete dopo qualche giorno; questa volta la vittima è la nipote del proprietario della migliore trattoria di Vigàta. Ancora un terzo sequestro lampo e ancora una volta una ragazza. Il commissario Montalbano indaga, e grazie alla sua logica stringente, al suo agire fuori dagli schemi e alla sua capacità di comprendere moventi e sentimenti, supera la soluzione a portata di mano e giunge alla verità.








LA MIA OPINIONE

Quando ero al liceo e frequentavo l'ultimo anno (un po' di anni fa, ormai) con il mio insegnante di italiano ci siamo avventurati nello studio della letteratura popolare ed in particolare delle serie di romanzi gialli. Quando ne ha parlato per la prima volta in classe ha tirato fuori l'esempio di Camilleri con la serie di Montalbano e ad un certo punto disse che questo tipo di romanzi è noioso e ripetitivo perché gli autori adottano sempre lo stesso schema e alla fine l'investigatore scopre sempre il colpevole.
Adesso immaginate un po' come posso aver preso io questa stoccata nei confronti di quello che già allora era uno dei miei autori preferiti. Decisamente male. 
Chiesi al professore come faceva a giudicare noioso uno dei gialli di Camilleri e lui mi rispose che ne aveva letti soltanto due e che gli erano bastati. In quel momento ho trattenuto una risata e gli ho risposto che di avventure di Montalbano io ne avevo lette molte di più e non mi ero mai annoiata.
E posso assicurarvi di non essermi annoiata nemmeno stavolta.

La giornata di Montalbano comincia prestissimo e sembra andare storia già da quando apre gli occhi: una mosca lo infastidisce e lo costringe ad alzarsi. Al suo ritorno in camera da letto la vede e la uccide, ma subito dopo si accorge che un'altra mosca gironzola sul suo cuscino e allora il dubbio lo assale: avrà ucciso la mosca colpevole o quella innocente?
Ed ecco che allora comincia a mettersi in moto la giostra degli scambi di quella giornata e dell'intero romanzo, che porta il commissario ad indagare su una serie di misteriosi rapimenti ai danni di ragazze impiegate in banca, che vengono narcotizzate e poi rilasciate illese, alle quali si accosta l'indagine sulla scomparsa del proprietario di un negozio di elettrodomestici in seguito ad un incendio doloso.
Trovare un collegamento è difficile, ma dietro a tutto questo si nasconde un filo logico che Montalbano anche stavolta è determinato a trovare, a dispetto delle apparenze.

Ritrovare Montalbano per me è sempre un piacere e anche stavolta, non appena ho avuto una finestrella di tempo ed in barba alla TBR, mi sono decisa a leggere questo romanzo.
Alcune delle recensioni che ho letto prima di leggere il romanzo affermano con decisione che ormai Camilleri, così come Montalbano, è invecchiato e ha perso lo smalto che aveva una volta.
Ebbene, è innegabile che autore e personaggio siano invecchiati, ma non vedo come possa dirsi che abbiano perso colpi. Semmai si sono evoluti entrambi.
Camilleri ha sempre avuto uno stile invidiabile, brillante, scorrevole e in qualche modo poetico, ma questo è il primo romanzo che scrive interamente in siciliano nella parte narrativa e quasi interamente anche in quella dialogica. Il livello della ricerca linguistica rispetto ai romanzi precedenti si è alzato ancora di più e leggere questo romanzo è stato come fare una full-immersion in una lingua che sono abituata a parlare, ma della quale prima non ero mai riuscita a cogliere tutte queste sfaccettature e tutta questa poesia.
Dall'altra parte C'è Montalbano, che ormai certo non è più un giovincello, ma che continua ad avere un intuito invidiabile ma che questa volta si ritrova trascinato in una serie di eventi in cui l'apparenza inganna ed inganna sempre. La sua capacità investigativa viene messa alla prova da un piano architettato ad arte, in un'indagine dove i colpi di scena non mancano e la soluzione del caso arriva soltanto nelle ultime pagine.
Il commissario che ritroviamo in questo intreccio quasi pirandelliano è sicuramente più maturo, più riflessivo e anche lui stesso spesso si ripete che non ha più l'età per certe cose, ma proprio per questo è un personaggio realistico, umano. Ogni tanto tutti noi dovremmo riemergere dalla nebbia che i thriller americani, spesso pieni di investigatori pronti a scalare grattacieli e pilotare jet supersonici, provocano e dedicarci alla lettura di qualcosa di diverso, che pur non avendo lo stesso impatto, regala un'emozione diversa, lascia un segno e ci fa riflettere.
Non mancano ovviamente poi i personaggi che tutti abbiamo imparato ad amare nel corso della serie e che ritroviamo ancora nel commissariato di Vigàta: il precisissimo Fazio che ogni tanto con il suo perfezionismo continua a dare sui nervi a Montalbano, il Mimì Augello di sempre, che non manca di sfoderare anche stavolta le sue doti di latin lover e poi Catarella, che rimarrà sempre uno dei miei personaggi preferiti della serie perché arriva sempre al momento giusto per alleggerire l'atmosfera.

Onestamente non credo che questo sia il miglior Montalbano, ma è un Montalbano diverso e che può essere apprezzato proprio per questo motivo.


Il mio voto per questo romanzo è quattro riccetti!

3 commenti:

  1. Pur avendo visto e apprezzato la serie del commissario "Montalbano" non ho mai letto i gialli di Camilleri. Credo che sia arrivato il momento di colmare questa lacuna :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ne hai la possibilità, ti consiglio assolutamente di leggerli, in particolare i primi due della serie, La forma dell'acqua e Il cane di terracotta :)

      Elimina
  2. Per Aquila Reale: consiglio di armarti di pazienza e di leggerli TUTTI nell'ordine in cui sono stati scritti. Salvo nei romanzi compie un vero e proprio arco di vita, importante quanto le storie che vive. E va vissuto con lui.
    Per "La giostra degli scambi". Letto e apprezzato (sono un fedelissimo...). Ed ho letto anche diverse recensioni: sono tutte caratterizzate dallo sforzo di salvare il romanzo dalle critiche e dai dubbi. Ed è questo aspetto a rivelare quanto davvero non convinca. La bravura di Camilleri è innegabile ma che abbia perso un po' di smalto (presente in quantità massiccia nel precedente) è innegabile. Credo che non bisogna mai aver paura di criticare. Serve anche questo. Andrea è invecchiato? Naturale, come il suo personaggio. Ma non so quanto c'entri. Ma un passaggio (quasi) a vuoto quasi certamente sì.

    RispondiElimina